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BIOLOGIA MARINA

SQUALI A RISCHIO PER COLPA DI UNA ZUPPA




I primi dati reali degli studi di squali uccisi per la raccolta delle pregiate pinne parlano di una cifra tre o quattro volte più alta di quella originariamente riportata dalle agenzie delle Nazioni Unite stando ad un articolo pubblicato nell’ edizione di ottobre 2006 del noto giornale Ecology Letters scritto dalla dot.ssa Shelley Clarke del Pew Institute for Ocean Science of Miami University.
"Il commercio di pinne di pescecane è notoriamente coperto da un fitto riserbo, ma siamo riusciti a procurarci registri delle aste di vendita e a convertire peso e dimensioni delle pinne in numero di squali effettivamente catturati”, ha detto Shelley Clarke, prima firmataria dell’articolo.

Sebbene sia estremamente difficile fare una stima reale degli esemplari di squali abbattuti per asportarne le pinne, il team di ricercatori coinvolto in questi studi ha dedotto, per la prima volta da dati reali e non presunti, che questo numero si aggira intorno ad un ordine di grandezza di milioni di esemplari. Quando questi dati sono stati analizzati e convertiti, in base a dei modelli matematici, in peso effettivo degli squali è emerso un dato assolutamente allarmante e cioè che la stima del totale degli squali, purtroppo annualmente coinvolti in questo squallido mercato, è di circa 38 milioni, quattro volte superiore a quella riportata dalla FAO (United Nations and Agricultural Organizzation).

La zuppa di pinne di pescecane è considerata una prelibatezza in Cina e in tutto l’estremo oriente, ma finora non era ben noto l’impatto che questa preferenza culinaria ha sugli ecosistemi marini. Da alcuni anni questo tipo di pesca è fonte di preoccupazioni a causa di una impennata della domanda che ha ormai raggiunto un livello non sostenibile per diverse popolazioni di squali.

Il 20 per cento delle specie sono considerate a rischio di estinzione, mentre tre sono già presenti negli elenchi della convenzione CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Flora and Fauna).
1) Rhincodon typus (squalo balena)
2) Carcharodon carcharias (squalo bianco)
3) Cetorhinus maximus (squalo cetorino)

Dal canto nostro, come subacquei e amanti “dell’universo acqua” e del suo intero fragile ecosistema, c’è poco da fare se non sperare che organizzazioni mondiali come la FAO e organi di stampa insieme ai più autorevoli centri di biologia marina e oceanografia, denuncino al mondo intero queste atrocità e riescano in qualche maniera a fermare paesi come la Cina e altri dell’ Indo-Pacifico coinvolti in questo squallido affare che è il commercio delle pinne di squalo.

Noi nel nostro piccolo possiamo attraverso il sito della PADI raccogliere delle firme per sostenere una campagna che va sotto il nome di SAVE THE SHARK all’interno del Project Aware.
L’iniziativa “Protect the Sharks“ è la più grande mai lanciata, ed anche quella che ha riportato maggiore successo. L’obiettivo è eliminare i pregiudizi che vogliono lo squalo “mangiatore di uomini” ed informare il pubblico sull’importanza di questo animale all’interno dell’ecosistema oceanico. Grazie al sostegno dei nostri membri in tutta Europa, molte centinaia di migliaia di subacquei vengono sensibilizzati nei confronti di questa tematica. Nel frattempo, la campagna ha assunto dimensioni mondiali ed anche i nostri sforzi a livello politico hanno dato i loro frutti.
Nel 1998 il governo della Repubblica delle Maldive ha emanato un divieto generale di caccia agli squali in sette atolli. Il prossimo passo, alle Maldive, sarà quello di promuovere le conoscenze e l’attenzione nei confronti di questo animale. Grazie a queste iniziative, lo squalo assumerà per i locali maggior valore e – si sa – tutto ciò che ha valore, viene adeguatamente protetto.
invito pertanto tutti a prenderne visione.





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